lunedì 15 ottobre 2012

Le donne perdonano tutto tranne il silenzio


Le parole sono pietre, scrisse Carlo Levi. Ma anche piume, aggiungiamo noi della Lazzarelli. Piume che accarezzano le morbide carni del lettore. A far combutta con i sensi, tutti, in un portentoso spasso dell’intelletto.
D’altra parte anche nella drammaticità, nella macabra afflizione della desolazione, talvolta scorgiamo l’enfasi paradossalmente ridicola della disgrazia.
Rosa Matteucci, con originale trasporto, narra di amicizia e amore. Indaga nella dissimmetria dell’amore e indugia nelle pieghe della femminilità. Svela l’istinto, le inquiete onde della passione, il dolore sopportabile delle parole e il vuoto intollerabile del silenzio.
Mirabilmente chiosa Carlo Fruttero questo racconto dolceamaro: “Una visione della vita così disperata da sconfinare nella più grandiosa comicità”.
Rosa Matteucci per Le donne perdonano tutto tranne il silenzio ha affilato le armi: parole dense e intense, che torturano, definiscono, vibrano, piangono, sorridono.
R. Matteucci, Le donne perdonano tutto tranne il silenzio, Giunti editore.

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