sabato 4 maggio 2013

Letteratura gay: Goditi il problema


Come lettori avremmo parecchio da disquisire sulle definizioni ma, come librai, possiamo certamente parlare di un “filone gay” che si fa larga strada nella nuova narrativa.
Letteratura gay può riferirsi agli autori o ai contenuti ma, comunque, è un tipo di classificazione a fiato davvero corto. D’altra parte, come banalmente non tutto il male viene per nuocere, così un’individuazione discutibile può rivelarsi, almeno ce lo auguriamo, apertura culturale finalmente libera.
Insomma, paradossalmente, se serve a “incuriosire” si può accettare. Cosa non si farebbe per allargare gli orizzonti mentali !!!
Le proposte editoriali sono molte e tutte veramente interessanti. Iniziamo con “Goditi il problema” che, già dal titolo, strizza amabilmente l’occhio ai lettori. Perché il punto di partenza, accidenti, è proprio lì, nel “problema”. Ovvero nella scoperta e nella relazione con la scoperta. Intendiamo la “scoperta” sessuale, quella che diciamo della “diversità”.
Sebastiano Mauri, con una scrittura secca, a tratti ironica, sempre elegante, narra di Martino, che vola dall’hinterland milanese di un’agiata e bizzarra famiglia alla New York del cinema che lo affascina, in un rocambolesco percorso dalla latenza alla presa di coscienza.
La miccia è accesa dalla defaillance con una top model. Allora, tra flashback, improbabili occasioni di lavoro, rivisitazione dei sogni e morsi della confusione, incontra il giovane attore Alejo e con lui l’amore. Ma anche la psicanalisi, il dolore, la fatica di “accettarsi”. E’ un cammino tortuoso dove tutto ribalta tutto, dove le forze sembrano esserci solo per portare a chissà quale svolta, a chissà quale salvezza, a chissà quale soluzione.
E’ questo che capita quando ci sentiamo in un tunnel, quando affrontare e superare qualcosa ci sembra l’unica condizione che possa farci stare meglio, quando rincorriamo affannosamente risposte o una situazione che non urli domande.
“Pensa a cosa desideri, non a dare un nome a quello che desideri”, così lo esorta l’analista.
Accade l’imprevisto e Martino capisce che tutte le tappe, nel disordine, nel piacere, nel tormento, sono la vita stessa con tutto il suo mistero, con la sofferenza e la felicità.
Solo con questa consapevolezza e percorrendo il viaggio possiamo conoscere chi siamo. E Martino riuscirà a farlo…riuscirà a godersi il problema, ecco.
In definitiva gli schemi, tutti, sono solo una trappola.
Ottima esortazione per noi tutti.

Nessun commento:

Posta un commento